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## Action
### URL
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## Hotspot
### Tooltip
HotspotMapOverlayArea_EAFC457D_CB7F_CE3A_41C2_332126F8585E.toolTip = Chiesa S.Bartolomeo
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HotspotMapOverlayArea_A965BC1A_B7D5_BBC7_41E4_30BCE113153A.toolTip = Chiesa parrocchiale
HotspotMapOverlayArea_A96A4C1A_B7D5_BBC7_41A7_93A8560EA02E.toolTip = Chiesa parrocchiale
HotspotMapOverlayArea_9784B61C_B7DE_B7C3_41D5_AE4FD687490F.toolTip = Fontana \
Oratorio S.M. Annunziata
HotspotMapOverlayArea_979FB620_B7DE_B7C3_41B3_124206A9CEF0.toolTip = Fontana \
Oratorio S.M. Annunziata
HotspotMapOverlayArea_EA9B72C9_CB7F_CA5B_41DE_720B76C4E807.toolTip = Fortini della fame (Scarsitt)
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HotspotMapOverlayArea_F416DF08_D592_E4BB_41D5_341CB9A02F6B.toolTip = Parco del Motto Grande
HotspotMapOverlayArea_F4160F07_D592_E4B5_41D2_B398E8788695.toolTip = Parco del Motto Grande
HotspotMapOverlayArea_CA4C96E0_D59E_256B_41E4_CA7CBB0B150F.toolTip = Vigana: S. Giulio e scorci
HotspotMapOverlayArea_CA5DA6DC_D59E_255B_41E0_9AA412736ECF.toolTip = Vigana: S. Giulio e scorci
## Media
### Floorplan
### Image
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### Title
album_D4BD4F50_CB61_5A4A_41DB_B36E2569713C.label = . Chiesa S. Bartolomeo
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album_ADF464E1_B76F_E39E_41C4_D2188D628764.label = . Chiesa parrocchiale
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photo_CB895BB5_D66C_9FFE_41D0_10829D6246FB.label = Bellinzona Piazza Governo foto
photo_C830FF90_D66C_97B7_41C7_E24BFD54977A.label = Bellinzona-SBiagio esterno 950
album_9B974F80_97CB_F3F2_41E1_8C401B172863_0.label = Cam-Chiese-intro
album_AC3AE08B_B76E_A3A2_41D3_A3A0D9B488EB_0.label = Cam-Oratorio SM Annunziata
album_D4BD4F50_CB61_5A4A_41DB_B36E2569713C_0.label = Cam-SBartolomeo-est
album_1BBCB88D_3B6A_A82E_419C_2F6F31AE253C_0.label = Cam-SGiulio
photo_CC55EEF5_D9A4_4DD6_41AB_8E0DF2B7F5DB.label = Cam-parrocchiale SMartino
photo_CC55EEF5_D9A4_4DD6_41AB_8E0DF2B7F5DB.label = Cam-parrocchiale SMartino
map_B13ACA9B_A4B4_D4BA_41E1_82FA4AD81ECF.label = Camorino
album_9B974F80_97CB_F3F2_41E1_8C401B172863.label = Chiese Camorino-Intro
photo_C836C223_D66D_6899_41D5_41686C055958.label = Teatro-foto
## Popup
### Body
htmlText_AABE8CA9_BA2F_D9BC_41E7_341181358EDF.html = La visita virtuale è composta da fotografie normali e fotografie sferiche, nelle quali è possibile “navigare”, spostandosi e “zoomando” con il mouse.
Con i tasti in basso al centro si può agire sulla visualizzazione. In particolare, con il tasto “Pausa” si ferma l’avanzamento automatico, col tasto “Play” l’avanzamento automatico riprende, con le 4 frecce di direzione si sposta la visione nella direzione corrispondente, col tasto “+” si effettua uno zoom in avanti e col tasto “-“ uno zoom indietro.
Si può passare alla prossima scena o alla scena precedente della sequenza prestabilita mediante le frecce che appaiono ai lati della finestra. Se la freccia di avanzamento (a destra) è rossa, una o più scene della sequenza vengono saltate.
La visita virtuale avanza automaticamente secondo una sequenza prestabilita. È possibile andare direttamente a una scena desiderata mediante la barra di selezione delle scene, che si trova in alto al cento. Cliccandola si apre la scelta disponibile. La scelta di scene è ad “albero”, per cui appaiono le scelte globali e, per la scena su cui ci si trova, le scelte dei singoli oggetti. Siccome la barra di selezione si chiude al passaggio alla prossima scena e che le foto normali rimangono visibili solo per pochi secondi, per aver più tempo a disposizione è consigliabile è consigliabile cliccare sul tasto di pausa (in basso al centro).
Di regola le diverse scene comprendono un testo esplicativo, visualizzabile mediante il taso “Info” in basso a destra. Azionando il tasto “info” l’avanzamento automatico si ferma (se prima del tasto info si è azionato il tasto di pausa, l’avanzamento riprende).
Quando in basso a destra è visibile il tasto “Cartina si/no”, è possibile visualizzare una cartina con l’indicazione della posizione. Cliccando sul tasto “Cartina si/no”, l’avanzamento automatico si ferma (se prima del tasto info si è azionato il tasto di pausa, l’avanzamento riprende).
Nelle scene, soprattutto nelle foto sferiche, sono visibili degli “hotspot” in corrispondenza di elementi interessanti sulla foto. Cliccandoli si apre una finestra con la foto del dettaglio e – di regola, ma non sempre – una didascalia. In alcuni casi, l’immagine comprende anche un tasto che rinvia a un’ulteriore finestra informativa.
Gli “hotspot” possono essere nascosti mediante il tasto “Hotspost si/no”, quando è presente.
AF
Affresco dei Misteri del Rosario, XVII sec., ridipinto
(fonte: vedi Info)
Affresco dei Misteri del Rosario, XVII sec., ridipinto
(fonte: vedi Info)
Affresco dei Misteri del Rosario, XVII sec., ridipinto
(fonte: vedi Info)
Affresco dei Misteri del Rosario, XVII sec., ridipinto
(fonte: vedi Info)
Affresco dell'Annunciazione, XVII sec., che sovrasta il gradino ligneo dorato e dipinto del vecchio altare seicentesco
(fonte: vedi Info)
Il tabernacolo a tempietto in legno riccamente scolpito con colonnine tortili e numerose statuette è opera di Francesco Perella, seconda metà XVII sec. reggicero, XVII sec.
(fonte: v. Info)
L'organo venne costruito nel 1746 da Giuseppe Reina di Como ed era probabilmente collocato nel coro della chiesa. Nel 1806 lo strumento venne spostato sulla cantoria sopra l'entrata, posto in cui si trova tuttora.
Fonte: http://www.parrocchia-montecarasso.ch/documents/Lorgano.pdf (scaricato 25.11.2020)
Tra pochi secondi, si aprirà la visita virtuale della città.
Se si desidera rimanere sulla visita virtuale dei quartieri periferici, cliccare qui.
Dio Padre; negli angoli. evangelisti; sulla parete di fondo, Assunta con inferiormente i SS. Simone e Giuda entro nicchie; sull'arco trionfale, Annunciazione e due angeli che stanno ai lati di un Crocifisso del XVI sec.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Oculo e portale con architrave ornato di medaglioni contenenti gli stemmi di Bellinzona (?) e della fam. Muggiasca e il monogramma di Cristo, prima metà XV sec.; nella lunetta archiacuta, affresco della Trinità, XVII sec.; a sinistra, figura di S. Cristoforo attribuito a Carlo Martino Biucchi. metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
Chiesa di S. Bartolomeo
La chiesetta, situata in mezzo ai boschi di Camorino, appartiene alla Parrocchia di Giubiasco.
Si tratta di un edificio romanico eretto su uno sperone roccioso sulla sponda sinistra della Morobbia, all’imbocco di quella che una volta era la strada per la Valle Morobbia.
Della primitiva chiesa romanica citata per la prima volta nel 1218 rimangono l’aula rettangolare e il campanile tardoromanico, non intonacato, con bifore all'ultimo piano e tetto a padiglione.
L'antico edificio rettangolare presenta chiaramente due fasi costruttive.
La prima consiste in un portico recinto da pareti, con copertura a capriate scoperte; la seconda, del sec. XVIII, comportò l’aggiunta del coro barocco, molto alto e appena più stretto della navata. L'aula romanica è scandita da lesene le cui decorazioni ad arcatelle cieche sono scomparse.
In facciata sono visibili resti di un affresco tardogotico con la Madonna in trono.
La chiesa è ormai in disuso da diverso tempo, anche se fino a qualche anno fa dalla parrocchia di Giubiasco si usava recarvisi in processione per una celebrazione nel giorno di S. Bartolomeo (24 agosto).
Fonte: http://www.parrocchia-giubiasco.ch/sanbartolomeo.html, consultato 28.3.2021
Chiesa parrocchiale di S.Martino
Questa chiesa si erge sulle alture che sovrastano l’abitato.
Del primitivo edificio romanico, attestato in pergamene del 1237 e del 1285, non rimangono tracce evidenti.
L’attuale abside a pianta quadrangolare e la volta a crociera risalgono al 1888, mentre il campanile è datato al sedicesimo o diciassettesimo secolo.
Nella facciata intonacata di rosso si apre un portale di pietra di Castione racchiuso fra due semicolonne sulle cui basi sono scolpite le figure di San Martino a cavallo e del mendicante.
Nei pennacchi appaiono l’Angelo e l’Annunziata, mentre nel fregio spicca un’altra effigie di San Martino col povero.
Sull’architrave, a sinistra, la data del 1553. Sulla facciata un affresco raffigurante il santo patrono, eseguito nel 1900 da Costantino Lomazzi.
All’interno, una sola navata con volta a botte.
Dietro l’altare, un San Martino vescovo, dipinto da Angelo Giorgetti nel 1944. Le vetrate policrome e gli arredi sacri, opera di Nag Arnoldi, furono installati durante i lavori di restauro, eseguiti nel 1994.
La cantoria ospita un organo Mascioni a trasmissione integralmente meccanica. Questo strumento dispone di due tastiere con cinquantotto note ciascuna e una pedaliera con trenta.
La chiesa conserva anche una bella croce processionale del quindicesimo secolo.
Degno di nota l’altare dei Santissimi Martiri con reliquiari della fine del Seicento. Secondo alcuni, furono donati nel 1688 alla Confraternita del SS. Sacramento da un tal Carlo Morelli il quale li avrebbe ricevuti in dono da papa Innocenzo XI. Su chi fosse questo benefattore abbondano le opinioni più disparate: c’è chi lo ritiene uomo di fiducia di un cardinale della curia romana e chi invece sostiene che fosse un costruttore edile. Una cosa sembra certa: Carlo Morelli era benestante. Lo si evince dal testamento col quale dispose lasciti a favore delle zitelle povere di Camorino e del Comune stesso affinché potesse stipendiare un maestro. Secondo una leggenda, le reliquie arrivarono su un carro trainato da buoi. Gli abitanti di Claro tentarono di impadronirsene, ma i buoi, irremovibili, rifiutarono di lasciare Camorino.
Fonte:
Testo “Bellinzona e i suoi tesori” di Danilo Mazzarello, pubblicato sulla rivista Turrita.
I fortini della fame
Sopra Camorino si snoda un percorso ad anello che, tra vigneti e boschi, conduce a cinque torri dalla forma leggermente conica. Sono i cosiddetti Fortini della fame, edificati tra il 1853 e il 1854 come parte della linea difensiva Dufour che si estendeva per oltre due chilometri e mezzo fino a Sementina. Dal 2001 l’Associazione Fortini di Camorino si occupa della loro valorizzazione e salvaguardia (www.fortini-camorino.com).
Negli anni scorsi l’Associazione ha allestito un percorso didattico con pannelli in tre lingue che informano il visitatore sulle vicende storiche che portarono alla costruzione dei fortini. Il sentiero, ben segnalato, è facilmente percorribile da persone di ogni età in circa due ore.
Il percorso inizia nei pressi della Banca Raiffeisen di Camorino, dove si trova il primo pannello esplicativo con alcuni cartelli segnaletici.
Proseguendo lungo la strada carrozzabile in Muntagna, si arriva al Fortino ai Scarsitt. Vi si può giungere in automobile, ma in tal caso si deve lasciare la vettura lungo la strada poiché non vi sono posteggi.
Questo fortino deve il suo nome agli Scarsetti, famiglia patrizia estintasi all'inizio del secolo scorso. Tra il 2003 e il 2007 il Dipartimento del territorio, sollecitato dall’Associazione Fortini di Camorino, vi ha compiuto importanti opere di restauro in collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali e della Logistica. Oggi il fortino ai Scarsitt è attrezzato per accogliere esposizioni e altre iniziative culturali.
Proseguendo lungo la carrozzabile, si arriva al secondo manufatto, detto ai Munt dall’omonima frazione di Camorino.
Nei pressi della torre vi è un’area di sosta con un pergolato, una fontana e una vista stupenda sul Piano di Magadino e il Lago Maggiore.
I primi due fortini sono aperti al pubblico nei giorni di fine settimana.
Il percorso continua lungo la carrozzabile sino a uno sterrato nel quale si può lasciare l’automobile. Un cartello indica il sentiero che conduce alla terza torre che in passato era detta Al Mött del Riaa, mentre oggi si chiama ala Pélera.
Essa si trova al margine superiore di un vigneto di circa sette ettari appartenente all’azienda agricola Minerva. Circondata da rovi, la torre rimase intatta fino agli anni Trenta, quando un incendio ne distrusse il tetto e l'interno.
Seguendo i cartelli indicatori, si prosegue ora nel bosco fino al quarto fortino, detto al Sass del Camósc.
La torre sorge su un poggio con una vista straordinaria sul Locarnese, il Bellinzonese e la Riviera.
La quinta fortificazione, più discosta, è chiusa al pubblico. Detta al Pian di Bur, appartiene dal 1943 all’Azienda Multiservizi Bellinzona (AMB). Alcuni cartelli indicano il sentiero che permette di tornare allo spiazzo sterrato, completando così il giro ad anello.
Fonte:
Testo “Bellinzona e i suoi tesori” di Danilo Mazzarello, pubblicato sulla rivista Turrita.
Il Parco del Motto Grande
Il Motto Grande non è sempre stato un parco. Per quattordici anni, dal 1969 al 1983, ospitò una cava di inerti della ditta Pagani SA di Osogna che forniva il materiale necessario ai lavori autostradali allora in corso.
Il Comune di Camorino ne ottenne la proprietà il 27 settembre 1984. Il Municipio affidò subito all’architetto paesaggista Paolo Bürgi l’incarico di elaborare un progetto per la trasformazione della cava in un parco. In quella prima fase fu coinvolto anche Guido Cotti, allora direttore del Museo cantonale di storia naturale.
Il messaggio municipale n° 22 – 1986 descriveva così la situazione: «Attualmente [il Motto Grande] si presenta come un vasto pianoro ovale di circa 170 metri per 50, coperto da prato secco e circondato da un’ampia fascia di scarpate recentemente rimboscate con essenze forestali indigene. Da un lato uno stagno, dove negli ultimi anni non si è potuto formare un equilibrio ecologico. Un afflusso ridotto di acqua si immette nello stagno tramite un canale artificiale di cemento che non permette l’ossigenazione. La dimensione ridotta del biotopo fa prevedere che resterà coperto in breve tempo da vegetazione rivierasca. La strada di accesso alla cava è stata in gran parte danneggiata in superficie dall’erosione come pure per il passaggio superiore che delimita la cava verso il riale. Il sentiero esistente a ovest risulta poco accessibile e pericoloso. I punti di vista più importanti sono situati sul bordo del prato che dà sul Piano di Magadino come pure su uno spiazzo situato al di sopra dello stagno. Singole piante si sono sviluppate in modo tale da togliere ben presto ogni possibilità di vista sul piano».
I successivi interventi hanno trasformato la cava in una bellissima zona di svago con un parco giochi, un circuito pedonale e un biotopo che nel 2001 è stato incluso nell’Inventario federale dei siti di riproduzione degli anfibi (oggetto TI 335).
Nel 1989 il progetto fu premiato dall’Associazione svizzera per la pianificazione del territorio (ASPAN).
Tra le molte ragioni per visitare il Parco del Motto Grande ve ne sono alcune di carattere naturalistico: nel biotopo vivono infatti numerosi anfibi e insetti molto appariscenti, come la libellula detta Dragone verdeazzurro.
Lo stagno è popolato anche da varie specie di pipistrello, tra le quali il Serotino comune (Eptesicus serotinus), il Vespertilio di Daubeton (Myotis daubentonii), il Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii) e il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).
Presenti anche due bisce d’acqua: la natrice tassellata (Natrix tassellata) e la biscia dal collare (Natrix natrix), entrambe innocue.
Significativa è la presenza della testuggine d’acqua (Emys orbicularis), specie autoctona da non confondere con l’esotica tartaruga americana (Trachemys scripta).
Nello stagno vivono anche il Pesce rosso (Carassius auratus), il Persico sole (Lepomis gibbosus), la Carpa koi (Cyprinus carpio koi) e la già citata Tartaruga americana.
Fonte:
Testo “Bellinzona e i suoi tesori” di Danilo Mazzarello, pubblicato sulla rivista Turrita.
Oratorio di S. Giulio
in Vigana
Piccola costruzione rettangolare menzionata nel XVI sec., ricostruita nel 1864 in seguito a un’alluvione.
Sulla facciata si conservano tre dipinti con scene della vita del patrono.
Sulla parete di fondo del coro voltato a crociera: pala della Madonna col Bambino tra i SS. Giulio e Lucia, XV sec., molto ritoccata.
Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 49, Edizioni Casagrande, 604 pagine)
Oratorio di S. Maria Annunziata
nel paese
Citato nel 1636. Edificio barocco a navata unica con coro poligonale, sul cui fianco sinistro sorge il campanile.
Restauro e posa del nuovo arredo liturgico, 1988.
La facciata ospita un affresco dell'Annunciazione sovrastata da Dio padre, XV II sec.
Sulla volta a botte della navata : dipinto con la Trinità e angeli, recentemente ritoccato.
Nel coro voltato a vele: affreschi dei Misteri del Rosario, XVII sec ., pure ridipinti; fra questi spicca la scena dell'Annunciazione che sovrasta il gradino ligneo dorato e dipinto del vecchio altare seicentesco.
Sui piedritti dell'arco trionfale: i SS. Michele e Lucia. XVII sec.
Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 48, Edizioni Casagrande, 604 pagine)
Camorino
Camorino è un ex comune del distretto di Bellinzona nel Canton Ticino in Svizzera.
Il 2 aprile 2017 gli ex comuni di Claro, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Gudo, Moleno, Monte Carasso, Pianezzo, Preonzo, Sant'Antonio e Sementina si sono fusi nel comune di Bellinzona.
Storia
Da tempo immemorabile gli abitanti di Isone attraversavano regolarmente il passo alpino di Tiglio per arrivare nella zona di Camorino, dove possedevano vigneti e terreni coltivabili. Nel corso dei secoli, molti di loro crearono infine un villaggio.
Camorino è menzionato per la prima volta nel 1237 come parte delle terre della collegiata di S. Pietro a Bellinzona.
Una chiesa è menzionata nel villaggio nel 1237 e nel 1285, ma non si sono conservate tracce visibili. L'attuale chiesa parrocchiale di San Martino fu costruita nel 1553 e completamente rinnovata nel 1888. Nel 1583 la chiesa del villaggio si separò dalla parrocchia di Bellinzona e fu confermata nel 1591 come parrocchia separata.
Nel 1853 fu costruita una linea difensiva tra Sementina e Camorino per creare posti di lavoro per i cittadini ticinesi espulsi dal Regno Lombardo-Veneto. I Fortini della fame, cinque torri rotonde con feritoie nella parte superiore, fanno parte di queste fortificazioni.
Camorino era originariamente un villaggio di pura agricoltura (allevamento di uva, fragole e bestiame) con un po' di artigianato, commercio e industria leggera (produzione di maglieria e pasta e un mulino). A causa della mancanza di lavoro, alcuni dei suoi abitanti emigrarono in America. La crescita della popolazione coincide con la crescita delle città di Giubiasco e Bellinzona. Oggi è un villaggio residenziale con molti pendolari, senza grandi aziende industriali e con pochissima agricoltura.
Geografia
Camorino ha una superficie, a partire dal 1997, di 8,28 km2.
Di quest'area, 1.93 km2 o 23.3% è usato per scopi agricoli, mentre 5.55 km2 o 67.0% è boscoso.
Del resto della terra, 1,05 km2 o 12,7% è insediato (edifici o strade), 0,05 km2 o 0,6% sono fiumi o laghi e 0,15 km2 o 1,8% è terra improduttiva.
Dell'area edificata, le abitazioni e gli edifici costituiscono il 6,5% e le infrastrutture di trasporto il 4,3%.
Della superficie forestale, il 63,9% della superficie totale è fortemente boscoso e il 2,8% è coperto da frutteti o piccoli gruppi di alberi.
Del terreno agricolo, l'11,4% è usato per la coltivazione, mentre il 5,4% è usato per frutteti o coltivazioni di vite e il 6,5% è usato per pascoli alpini.
Tutta l'acqua del comune è acqua corrente. Delle aree improduttive, l'1,7% è vegetazione improduttiva.
Il villaggio si trova nel distretto di Bellinzona, ed è un sobborgo di Bellinzona. Il villaggio è attraversato da diverse importanti strade e linee ferroviarie che portano a Bellinzona.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Camorino, consultato il 2.3.2021, tradotto mediante www.DeepL.com/Translator